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Cattedrale di San Panfilo

La basilica cattedrale di San Panfilo è la chiesa cattedrale della città di Sulmona e della diocesi di Sulmona-Valva. Insieme al San Pelino a Corfinio e all’abbazia di San Liberatore a Majella, segna l’inizio della fase romanica del medioevo abruzzese.

La basilica, eretta in epoca altomedievale, forse sui resti di un tempio pagano, fu rinnovata a partire dal 1075 dal vescovo Trasmondo e, dopo ripetuti restauri, fu trasformata, in seguito alle distruzioni del terremoto del 1706, in forme barocche, conservando le strutture più antiche scampate ai crolli.

In origine dedicata a Santa Maria ma dopo le tante trasformazione subite, si decise di intitolarla al santo patrono di Sulmona, San Panfilo appunto.

Nel 1818 è stata elevata da papa Pio VII al rango di basilica minore.

La facciata della basilica, a coronamento orizzontale, conserva integro il portale ogivale eseguito, con il perduto rosone, da Nicola Salvitti. Nella lunetta è affrescata una Deposizione del XV secolo attribuita al Maestro della Cappella Caldora.

Da un piccolo portale laterale di epoca seicentesca si accede alla sagrestia mentre il portale posto sul lato sinistro, dotato di belle iscrizioni a caratteri longobardi e le tre absidi incise con motivi antropomorfi, sono invece chiaramente romaniche. Al centro della decorazione si evince l'emistichio di Ovidio, poeta di riferimento per la città peligna che gli diede i natali: Sulmo mihi patria est.

L’impianto è a tre navate, suddivise da otto coppie di pilastri circolari, senza transetto, con tre absidi e presbiterio sopraelevato; le tre navate sono scandite da colonne romaniche.

Visibili al muro della controfacciata, due monumenti funebri: uno del vescovo Bartolomeo De Petrinis (1422) e l'altro probabilmente della sorella dell'alto prelato. Alle spalle dei mausolei funebri si trovano due affreschi del Quattrocento, una Crocifissione e il Redentore tra due santi. Presente anche l'organo, posto sotto l'ingresso, risalente al XVIII secolo con fattura di legno dorato.

La volta della navata principale è affrescata con Storie della vita di San Panfilo e San Pietro Celestino, opere su tempera di Amedeo Tedeschi (1906); il presbiterio immette verso un coro in legno del 1751, opera di Ferdinando Mosca ed un altare maggiore policromo di marmo del XVIII secolo.

Nelle navate laterali minori sono da segnalare gli altari marmorei e una fonte battesimale di scuola napoletana in marmi policromi (1757) e un Crocifisso ligneo del XIV secolo; nella cappella sulla destra del presbiterio, la pregevole scultura l'Estasi di Santa Teresa di Giacomo Colombo del 1707.

Nella cripta, la parte più antica della chiesa, suddivisa in tre navate con colonne trasverse a capitelli di pregevole fattura alle parti sommitali sono da ammirare, sotto la volta dell'ambiente, l'edicola di marmo che custodisce le spoglie di San Panfilo con busto reliquiario e la cosiddetta Madonna delle Fornaci, bassorilievo in pietra policroma del XII secolo.

Inoltre, la chiesa cattedrale peligna vanta uno dei più importanti archivi d'Abruzzo, in quanto conserva numerosi documenti risalenti a partire dall'XI secolo, con pergamene, codici, diplomi, libri di battesimo. Molti degli arredi sacri, prima presenti in cattedrale, sono ora esposti al museo civico di Sulmona.

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