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Duomo dell'Aquila

Il Duomo dell’Aquila, denominato anche, la cattedrale metropolitana dei Santi Massimo e Giorgio è il principale luogo di culto dell'Aquila, e sede vescovile dell’arcidiocesi metropolitana. La cattedrale è situata ai piedi di Piazza del Duomo, la maggiore delle piazze aquilane, cuore del potere religioso; adiacente alla chiesa è ubicato il Palazzo Arcivescovile, sede dell'Arcidiocesi dell'Aquila, mentre a poca distanza è la Chiesa delle Anime Sante.

La Chiesa ha subito numerosi rifacimenti: fu edificata intorno al Duecento, ottenendo il titolo di Cattedrale e dedicata ai santi Massimo e Giorgio. Nel 1259, dopo essere stata distrutta, la chiesa venne ricostruita nella Piazza del Duomo, dove si trova attualmente. In seguito al terremoto del 1315, il primo della storia aquilana, l’edificio fu nuovamente ricostruito con l'aggiunta di un rivestimento in conci di pietra. L’impianto strutturale originario a tre navate con abside e transetto restò immutato fino al successivo crollo causato dal terremoto del 1703.

Nel 1414 le spoglie di San Massimo furono traslate all’interno della cattedrale nonostante le resistenze dei cittadini di Bagno che le custodivano gelosamente mentre nel 1461 e nel 1480 la chiesa venne profondamente restaurata con la costruzione della scalinata sulla piazza delle cappelle laterali e, soprattutto, del sepolcro del cardinale Amico Agnifili ad opera di Silvestro dell'Aquila. Nel XVI e nel XVII secolo vennero compiuti altri lavori come l'innalzamento della torre campanaria ad opera di Girolamo Pico Fonticulano, la sopraelevazione della copertura, la costruzione del presbiterio e l'edificazione di nuove cappelle.

Il terremoto del 1703 rase, completamente al suolo la cattedrale di cui restò in piedi solo un tratto di muratura del fianco destro e alcuni decori all’interno. La ricostruzione fu lenta e assai difficoltosa e si prolungò per oltre settant’anni. Nel 1711 Sebastiano Cipriani progettò la nuova maestosa chiesa ma i lavori riguardarono inizialmente la sola parte dell'abside e del transetto che fu riconsacrata e quindi resa accessibile al pubblico nel 1734. Per la costruzione della parte anteriore ci vollero molti anni e la chiesa fu accessibile solo nel 1780. La facciata rimase per lungo tempo incompiuta e la grande cupola, prevista dal Cipriani, non venne mai realizzata. Solo nel 1928 fu completata la facciata neoclassica con le due torri campanarie angolari su disegno di Giambattista Benedetti.

Il terremoto del 2009  ha apportato gravissimi danni alla cattedrale come le lesioni sulle pareti portanti e in facciata oltre a vari crolli nell'area del transetto. Ad oggi i lavori di rifacimento e di restauro sono fermi e la cattedrale risulta inagibile. Dal dicembre del 2009 le funzioni di cattedrale sono state trasferite alla basilica di Santa Maria di Collemaggio, parzialmente agibile.

L'architettura della facciata della cattedrale è variata nel tempo in virtù dei crolli, dovuti per lo più a terremoti, e dei numerosi rifacimenti, passando dall'originale a capanna con tre rosoni alla versione ottocentesca con portico a tutto sesto sino al disegno odierno in stile neoclassico, costruito tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo.

L'interno della cattedrale, realizzato tra il 1711 ed il 1780, è in stile barocco, con pianta a croce latina ed è strutturato su di un'unica navata centrale lunga oltre 70 metri affiancata da cappelle laterali comunicanti tra loro. Si conservano notevoli opere: a destra dell'ingresso è il sepolcro del cardinale Amico Agnifili, realizzato nel 1480 da Silvestro dell'Aquila, ricomposto dopo il terremoto del 170 e costituito dalla sola urna con l'immagine del defunto e il relativo basamento; nell’altare a sinistra del transetto una tela di Teofilo Patini raffigurante San Carlo Borromeo e la peste di Milano. Si ammira, inoltre, il prezioso coro ligneo del Settecento intagliato da Ferdinando Mosca di Pescocostanzo.


 

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